Friday, April 17, 2009

Fax With Confidentiality Statement

The civil debate: no to any form of censorship

Sta facendo molto discutere il testo di Giacomo Di Girolamo, che ha pubblicato giorni fa un testo su Facebook spiegando perchè non darà nessun contribution for the earthquake victims.

It seems that in the meantime has been censored, we ripubblichiamo seen running on so many blogs now if only to fuel the civil debate that follows:


BUT I DO NOT EVEN ON THE EARTHQUAKE A EURO ... "

Excuse me, but I will not give even one euro cent for those who raise funds for earthquake victims in Abruzzo. I know my sounds like blasphemy. And that usually is flaunting the contrary, without the shame that charity requires. But I decided. Do not call you to any number I subtract two euro from my phone bill, I will not send nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui Children can not remain indifferent.

But enough. Who needs the aid if he continues to do always as before?
They found, of good journalists (that's a good how to spend €: buying a newspaper written by good journalists) that one of the schools that collapsed in L'Aquila was actually a hotel, a stroke of the pen of an official had become complacent school building, although there was no way the minimum safety requirements to do so.

Here in our city, Marsala, there is a school, the most populous, the Technical Commercial Institute, who is 30 years in a building which is a hotel transformed into a school. No safety criterion met, building a papier-mache, 600 pupils. The province has spent almost € 7 million in rent so far, to that school, where - for one thing - in the gym last October has fallen with the south wind (jugo! Not an earthquake! Jugo! C ' Mercalli is a scale for the sirocco or do we need to invent?) asbestos in the ceiling.

Here, in millions of euro's, drowned, with others, including the euro for my shame for a political class that can not decide anything, except how to get rich without restraint and to enrich for profit.
I was going to type it, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella which is in opposition) because there is an earthquake. As the Sept. 11, the earthquake will be the Abruzzo excuse for everything.

There are thousands of wasted resources in this country every day. If only we really wanted, the state would know how to save money to help displaced people: freezing the salaries of politicians for a year, or those of the super manager, joining the next European elections in the referendum. They are the first things that come to mind. And every new thing that I think more and more anger mounts.

I do not give a penny. And do the greatest possible support. My anger, my anger. Why do I claim these days difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.

Giacomo Di Girolamo

Tuesday, April 7, 2009

Af Is Due Today Test Was Neg

Earthquake in Abruzzo, we also help the Animals

The pain of earthquake that struck L'Aquila el 'Abruzzo affects everyone and there is a thrill of terror pervades the body, goes up for the back.
All are moving to give their help, by the Italian government to foreign countries, from Coldiretti to Red Cross, we are all called to make a gesture of solidarity towards those who lost everything that was dear to their more familiar and, at worst, even the dearest affections. Many animals have
need our help and that is why the ' ENPA had a campaign fund-raising and basic necessities to help the animals that they, in their own way, are going through this terrible tragedy.

from the site of ENPA

The individuals themselves who wished to send aid can send them directly, via courier, at the collection center. At the headquarters of the Animal Protection were activated phone line 331.6374823 terremotoabruzzo@enpa.org mail address to contact for sending aid and any further information.

National Animal Protection Agency Onlus
Operations Center for Animal Aid Collection
C / o Environment
Avenue of Industry, 30
67039 Sulmona (AQ)


for financial aid:
Postal account No. 95664553
Iban IT 58 D 07 601 01 400 000 095 664 553
payable to: ENPA - National Animal Control
Cause: Earthquake Emergency Animal


Monday, April 6, 2009

Unopened Mussels Okay To Eat

Great victory for Greenpeace, the forest of the Great Bear is safe

After years of Greenpeace campaigns directed to the preservation of ' environment, habitat and forests comes from Canada good news. The campaign for the protection of foreste e degli Habitat di specie protette e di grandi mammiferi come l'orso grizzly, il puma e il lupo grigio ha dato i suoi impagabili frutti.

Il governo Canadese ha deciso di proteggere 2,1 milioni di ettari della Foresta del Grande Orso e verranno concesse alle comunità locali 120 milioni di dollari per dar forza allo sviluppo di attività economiche rivolte alla conservazione del territorio alternative all'estrazione del legname.

Ringraziamo di cuore Greenpeace per l'intensa attività che conduce a livello mondiale per il bene dell'ambiente e, di conseguenza, per il bene di tutti.

Thursday, April 2, 2009

Air Brake Controlls In Ms Flight Simulator

out of economic crisis by investing in renewable energy, we also Spain believes

Anche la Spagna crede nelle energie rinnovabili come ponte di lancio per uscire dalla crisi economica che perversa in Europa e nel mondo intero.
Zapatero ha annunciato a chiare lettere la strategia economica che la Spagna intende adottare per galleggiare in questo mare in tempesta e uscirne nel modo migliore, per il bene dell'economia e dell'ambiente.
La Spagna, che ad oggi risulta comunque a un buon livello nello sfruttamento delle energie rinnovabili quali sole e vento, intende proseguire su questa strada.

«Il cambiamento del modello di sviluppo energetico mondiale - ha sottolineato il primo ministro spagnolo - è la più grande sfida che l'umanità ha oggi davanti a sé, non solo per l'impatto sul clima, ma anche per gli effetti che sarà in grado di avere sul sistema economico».

E l'Italia? Cosa fa? Rimane a guardare? Punta sul nucleare? non ci siamo proprio!